Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

61: Formazioni erbose naturali

6110*: Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi

englishRupicolous calcareous or basophilic grasslands of the Alysso-Sedion albi

Sedum album e S. montanum nei pressi di Belluno, Alberto Scariot

Vegetazione a Sedum album e S. rupestre sulle formazioni calcaree dell'Appennino marchigiano, E. Biondi

Codice CORINE Biotopes

34.11 (Middle European rock debris swards)

Codice EUNIS

E1.1 (Vegetazione pioniera termofila di terreni sabbiosi o detritici esposti)

Regione biogeografica di appartenenza

Mediterranea, Continentale, Alpina

Descrizione generale dell’habitat

english

Open xerothermophile pioneer communities on superficial calcareous or base-rich soils (basic volcanic substrates), dominated by annuals and succulents of the Alysso alyssoidis-Sedion albi Oberdorfer & Müller in Müller 61. Similar communities may develop on artificial substrates; these should not be taken into account.

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Pratelli xerotermofili, erboso-rupestri, discontinui, colonizzati da vegetazione pioniera di terofite e di succulente, con muschi calcifili e licheni, dal piano mesomediterraneo a quello supratemperato inferiore, localmente fino all'orizzonte subalpino. Il substrato è generalmente calcareo, ma può interessare anche rocce ofiolitiche o vulcaniti.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

Combinazione fisionomica di riferimento

Alyssum alyssoides, A. montanum, Arabis auriculata (= A. recta), Cerastium pumilum, C. semidecandrum, C. glutinosum, C. brachypetalum, Erophila verna agg.,  Micropus erectus, Hornungia petraea, Orlaya grandiflora, Minuartia hybrida, Saxifraga tridactylites, Sedum acre, S. album, S. montanum agg., S. sexangulare, S. rupestre, Sempervivum tectorum., Teucrium botrys, Thlaspi perfoliatum Valerianella rimosa, V. eriocarpa,Trifolium scabrum, Catapodium rigidum, Veronica praecox, Melica ciliata, Poa badensis, Poa molineri, Ptychotis saxifraga, Petrorhagia prolifera), Jovibarba spp., e i muschi  Tortella inclinata e Fulgenzia fulgens.

Riferimento sintassonomico

Le cenosi appartenenti a questo habitat sono state inquadrate per l'Appennino nelle associazioni Petrorhagio saxifragae-Sedetum sexangularis Venanzoni e Gigante 1999, Sedetum sexangulari-rupestris Di Pietro et al. 2006 e, in Cilento, Sedo albi-Alyssetum orientalis Corbetta et al., 2004. Per il Carso triestino ed isontino e per l'Appennino settentrionale è stata rinvenuta l'associazione Alysso alyssoidis-Sedetum albi Oberd. et Th. Müller in Müller 1961. Per il Carso è stato inoltre descritto un "fitocenon a Sedum montanum/orientale" (Poldini, 1980). Tali syntaxa si inquadrano nell'alleanza Alysso alyssoidis-Sedion albi Oberdorfer & Müller in Müller 1961, ordine Sedo-Scleranthetalia Br.-Bl. 1955, classe Sedo-Scleranthetea Br.-Bl. 1955 em. Th. Müller 1961.

Dinamiche e contatti

Considerate le situazioni estreme e molto peculiari, queste comunità sono sostanzialmente stabili se considerate in termini seriali. Si possono riconoscere a volte termini ancora più primitivi, su affioramenti rocciosi costituiti unicamente da muschi calcifili (Tortellion) e licheni (Toninion coeruleo-nigricantis). In tal caso, evidentemente, si tratta di comunità da riferire all’habitat 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”. Tra le associazioni di contatto nel carso triestino prevalgono quelle licheniche nei punti di maggiore aridità e quelle del Saturejion subspicatae (Festuco-Brometea) nei punti di accumulo di terriccio; inoltre su suoli con maggiore componente argillosa sono frequenti contatti con l'alleanza Vulpio-Crepidion Poldini 1989. Nell'Appennino centro-meridionale si sviluppano contatti analoghi con l'alleanza Artemisio albae-Saturejion montanae, con le praterie xerofile dell'alleanza Phleo-Bromion (habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo") e anche con formazioni di macchia arbustiva dell'habitat 5130 "Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcioli”.

Non sempre evidentissimo è anche il confine con aspetti termofili dei pavimenti calcarei (habitat 8240 “Pavimenti calcarei”).

Specie alloctone

Gli ambienti termofili sono certamente soggetti a competizione da parte di specie euriecie a larga diffusione e tra queste vi sono anche alcune crassulacee (Sedum spurium ad esempio). Nei Colli Euganei è diffusa Opuntia, come certo in altre regioni italiane.

Distribuzione dell’habitat in Italia

Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

Confusione con: habitat 8230 “Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-Veronicion dillenii “ delle rupi vulcaniche non molto acide; le differenze con l'habitat in oggetto non sono molto nette, tra queste vanno considerate,  più che l’elenco delle specie, la qualità del substrato e la percentuale di copertura del suolo da parte della vegetazione  (gli habitat della categoria 6 hanno una maggiore copertura rispetto a quelli della categoria 8). Problema analogo è il confronto con i pavimenti calcarei (*8240 “Pavimenti calcarei”).

Alcuni aspetti dell'alleanza Alysso-Sedion un po’ in tutta l’Italia centro-settentrionale sono legati per lo più ad habitat secondari, talora molto ricchi in azoto quali ad esempio margini di sentieri e mulattiere.

Riferimenti Bibliografici

BUSNARDO G., 1997. I fiori del Monte Nero in Montecchio Maggiore (Lessini Vicentini). Comune di Montecchio e Museo Civico G. Zannato.

Corbetta F., Pirone G., Frattaroli A. R., Ciaschetti P. G., 2004. Lineamenti vegetazionali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Braun-Blanquetia 36: 3-61.

Di Martino P., Di Marzio P., Giancola C., Minotti M., Ottaviano M., Tavone A., Vitale S. (a cura di), 2007 - “Montagnola Molisana”. Ipotesi di valorizzazione del Sito d’Importanza Comunitaria. Tipografia Cicchetti, Isernia.

Di Pietro R., Burrascano S., Blasi C., 2006. Le comunità dell'Alysso-Sedion sui Monti Prenestini (Lazio). Allionia, 40: 39-49.

Foggi B. & Venturi E. 2009 Gli habitat meritevoli di conservazione della Provincia di Prato. In: Fancelli E. ed. Biodiversità in Provincia di Prato. 4. Habitat. Provincia di Prato, Le Balze ed., Roma. 

Pedrotti F., Minghetti P., 1994. Le Marocche di Dro. In: Pedrotti F. (a cura di), “Guida all’escursione della Società Italiana di Fitosociologia in Trentino (1-5 luglio 1994)”: 29-65. Camerino.

Pignatti E., Pignatti S., 1977. Die Vegetation auf Serpentin-Standorten in den Nördlichen Apenninen. Studia Phytologica in honorem jubilantis A. O. Horvat: 113-124.

Poldini L., 1989. La vegetazione del Carso Isontino e Triestino. Ed. Lint. Trieste.

Scoppola A., 1998. La vegetazione della Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno (VT) (con note illustrative della Carta della Vegetazione, scala 1:10000). Regione Lazio, Ass. U.T.V. delle risorse ambientali. Riserva Naturale Monte Rufeno, Comune di Acquapendente. 88pp.

Scoppola A., Angiolini C., 2001. Therophytic vegetation of carbonate soils of central Tyrrhenian Italy: synecology and syntaxonomy. Fitosociologia 38 (1): 77-89.

Venanzoni R., Gigante D., 1999. Contributo allo studio dei pascoli sommitali del Monte Tezio (Perugia, Italia). Fitosociologia 36 (1): 157-174.

Riferimenti Bibliografici online

Nomi dei compilatori con e.mail

Cesare Lasen (cesarelasen@tele2.it), Livio Poldini (poldini@units.it).