Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

94: Foreste di conifere delle montagne temperate

9430(*): Foreste montane ed subalpine di Pinus uncinata (* su substrato gessoso o calcareo)      

englishSubalpine and montane Pinus uncinata forests (* if on gypsum or limestone)      

Pineta a pino uncinato (Resia - BZ), Cesare Lasen

Codice CORINE Biotopes

42.4 – Mountain pine forests

42.41 – Rusty alpenrose mountain pine forests

42.42 – Xerocline mountain pine forests

Codice EUNIS

G3.3 - Boschi e foreste sub-alpine di Pinus uncinata

Regione biogeografica di appartenenza

Continentale e Alpina

Descrizione generale dell’habitat

english

Mountain pine (Pinus uncinata) forests, usually open and with a very developed shrubby understory, of the subalpine and montane levels; on limestone, gypsum or siliceous substrate in a cool or thermophile situation depending on the region. Sometimes mixed with Pinus sylvestris, more rarely with Larix-Pinus cembra.

Two major types: 42.41 - mountain pine forests of the western outer Alps, the Jura and Pyrenean ubacs, developed on siliceous or decalcified soils of the subalpine level with a predominately ericaceous undergrowth comprising Rhododendron ferrugineum (Rhododendro-Vaccinion p.); 42.42 - xerocline mountain pine forests of the inner Alps, of the western outer Alps and the Jura, and of Pyrenean adrets, accompanied by a shrubby undergrowth in which Rhododendron ferrugineum is absent or rare (Junipero-Pinion p., Erico-Pinion p.).

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Foreste di pino uncinato, talvolta a portamento arbustivo, di regola aperte e con ricco sottobosco di suffrutici, montano-subalpine, dei substrati calcarei, gessosi o silicatici.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

42.41 Mesofilo a Rhododendron ferrugineum. Foreste di pino montano delle Alpi occidentali esterne, su suoli silicei o decalcificati dell’orizzonte subalpino con strato arbustivo di ericacee, incluso Rhododendron ferrugineum (Rhododendro-Vaccinion p.).

42.42 Xerofilo. Foreste di pino montano tendenzialmente xerofile delle Alpi interne o di versanti solatii delle Alpi occidentali periferiche, associate a sottobosco arbustivo in cui Rhododendron ferrugineum è assente o raro (Junipero-Pinion p., Erico-Pinion p.).

In Piemonte si potrebbero riconoscere, nell'ambito del sottotipo basifilo, una variante superiore (subalpina) a Globularia cordifolia ed una inferiore a Cytisus sessilifolius talora associata a pino silvestre.

Combinazione fisionomica di riferimento

Differenziali xerofile (gravitanti in 42.42). Arctostaphylos alpina, A. uva-ursi, Calluna vulgaris, Coronilla vaginalis, Cotoneaster integerrimus, Crepis alpestris, Daphne striata, Erica herbacea, Rhamnus saxatilis, Thesium rostratum, Carex alba, Sesleria caerulea, Pinus sylvestris, Carex humilis, Viola pinnata, Epipactis atropurpurea, Gymnadenia odoratissima, Goodyera repens, Globularia cordifolia, Ononis rotundifolia, Helictotrichon sedenense, Gypsophila repens, Cytisus sessilifolius, Sesleria cylindrica.

Astrantia minor, Deschampsia flexuosa, Dryas octopetala, Homogyne alpina, Huperzia selago, Juniperus nana, Lycopodium annotinum, Pinus uncinata, Polygala chamaebuxus, Rhododendron ferrugineum, Rhododendron hirsutum, Vaccinium myrtillus, V. uliginosum (sensu V. gaultherioides), Larix decidua, Picea abies, Pinus cembra, Pinus mugo, Aster bellidiastrum, Calamagrostis varia, Calamagrostis villosa, Carduus defloratus, Euphrasia salisburgensis, Galium boreale, Melampyrum sylvaticum, Vaccinium vitis-idaea, Valeriana tripteris, Valeriana montana, Helianthemum alpestre, Bartsia alpina, Pulsatilla vernalis, Senecio doronicum, Anthyllis alpestris, Gentiana ligustica.

Riferimento sintassonomico

Le comunità dell’Appennino nordoccidentale sono riferibili all’alleanza Seslerio caeruleae-Pinion uncinatae Vigo 1974 (Piceetalia excelsae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928). Il sottotipo acidofilo è riferito all’Huperzio selagini-Pinetum uncinatae (Moor 1954) J.L. Richard (Rhododendro-Vaccinion J. Br.-Bl. ex G. Br.-Bl. et J. Br.-Bl. 1931) o all’alleanza Juniperion nanae Br.-Bl. et al. 1939 (variante xerofila) e quello basifilo a Ononido-Pinion Br.-Bl. 1950. L’aspetto più xerotermofilo a Cytisus sessilifolius è espressione della classe Junipero sabinae-Pinetea sylvestris Rivas Mart. 1965. Le formazioni altoatesine gravitano in Erico-Pinion mugo Leibundgut 1948 nom. inv.

Nell'Appennino ligure-emiliano (in territorio emiliano) si segnalano interessanti popolamenti (i più meridionali della classe Vaccinio-Piceetea Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1939) di Calamagrostio villosae-Pinetum uncinatae rostratae Gentile 1995.

Dinamiche e contatti

Al pari di altre pinete (di pino silvestre, di pino mugo, di pino nero, ecc.), anche quelle di pino montano uncinato non possono essere considerate espressioni climatozonali, per quanto relativamente stabili e lungamente durevoli su suoli che stentano ad evolvere a causa dell’acclività, della presenza di nicchie erosive e per fenomeni che ostacolano la formazione di sacche profonde. Dove quest’ultime, per effetto della morfologia, sono possibili, il larice, ma soprattutto Picea e Pinus cembra, si affermano vigorosamente, ma senza sostituire completamente il pino. I boschi puri di pino uncinato sono, di regola, impostati su terreni più superficiali e primitivi di quelli misti. Questo vale certamente per i substrati calcareo-gessosi dei dintorni di Resia, presso il confine con il Parco Svizzero dell’Engadina in cui il pino uncinato assume sviluppo e dimensioni massime. Nelle Alpi piemontesi, pur nella variegata gamma di situazioni ecologiche, si conferma il carattere primitivo dei suoli, sempre ben drenati e ricchi di scheletro, con gli orizzonti superiori acidificati nei sottotipi mesofili e di substrato siliceo. Solo nelle comunità di quota bassomontana è segnalata la tendenza (lenta e con scarse prospettive) verso la faggeta. Trattandosi di boschi aperti, i contatti catenali interessano formazioni erbacee di prateria subalpina, adiacenti (sia basifile che calcifughe, secondo la natura del substrato), stadi arbustivi di varia composizione (Juniperion nanae, Rhododendretum ferruginei, ed anche mughete 4060 -Lande alpine e boreali-), prati arido-steppici nella fascia montana e, secondo la localizzazione, cenosi ancora più pioniere delle rocce e dei detriti di falda.

Specie alloctone

Distribuzione dell’habitat in Italia

Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

Le indicazioni qui fornite si riferiscono, essenzialmente, a formazioni di pino uncinato dal portamento eretto. In Piemonte sono segnalate anche cenosi in cui il pino è in forma prostrata, assai simile alle mughete delle Alpi centro-orientali. Esse occupano versanti ancora più acclivi o substrati primitivi dove le possibilità evolutive sono molto remote. A livello di riferimenti fitosociologici non vi sono apprezzabili differenze dovendo riconoscere un sottotipo basifilo spinto prossimo allo Junipero-Arctostaphyletum, uno ad Erica carnea con presenza di entità di Rhododendro-Vaccinion ed uno acidofilo a Rhododendron ferrugineum che va riferito a Vaccinio-Piceion.

In Piemonte, le foreste di pino uncinato eretto occupano poco meno di 1800 ettari, si conferma la distinzione nei due sottotipi principali, basifilo e acidofilo, con la sottolineatura che anche in quello acidofilo non si tratta solo di situazioni fresche, essendo i suoli ben drenati e a scarsa capacità di ritenzione idrica.

In  Lombardia (Valle di Fraele-Valle del Gallo, alta Valtellina) queste formazioni sono impostate su conoidi detritici e di debris-flow. Nelle aree più instabili si osservano pinete con sottobosco a Dryas octopetala, Saxifraga caesia, Carex humilis e Erica carnea. Nelle aree stabilizzate e in quelle più fresche domina Rhododendron hirsutum con Arctostaphylos alpinus e con l'ingresso progressivo di specie acidofile (Vaccinium vitis-idaea, Moneses uniflora, Orthilia secunda, Homogyne alpina).

La specificità delle formazioni a Pinus uncinata, pur nelle differenti articolazioni, segnalate soprattutto in Piemonte, è tale da non porre problemi di riconoscimento o di confusione con altri tipi di habitat, salvo i soliti mosaici dipendenti dalla topografia di dettaglio o dagli usi pregressi del suolo.


Riferimenti Bibliografici

DEL FAVERO R., 2004. I boschi delle regioni alpine italiane. Tipologia, funzionamento, selvicoltura. Cleup Ed. 600 pag. + cdrom.

REISIGL H., 1996. Insubrien und das Gardaseegebiet. Vegetation, Florengeschichte, Endemismus. Atti 24° Simposio Soc. Estalpino-dinarica di Fitosociologia. Flora e vegetazione dell’Insubria. Ann. Mus. Civ. Rovereto, suppl. II, vol. 11: 9-25.

Santilli M., Pelfini M., Caccianiga M., Comolli R. & Ravazzi C., 2002. Late Holocene environmental evolution of the upper Valle del Gallo (Central Alps): an interdisciplinary approach. Il Quaternario, 15 (2): 187-208.

Riferimenti Bibliografici online

Nomi dei compilatori con e.mail

Cesare Lasen (cesarelasen@tele2.it)

Alberto Selvaggi (selvaggi@ipla.org)