Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

54: Phrygane

5410: Phrygane del Mediterraneo occidentale sulla sommità di scogliere

englishWest Mediterranean clifftop phryganas (Astragalo-Plantaginetum subulatae)

Mesembryanthemum acinaciformis invade la gariga a pulvini nella Sardegna nord-occidentale nella penisola di Stintino, E. Biondi

Centaurea horrida, specie camefitica pulvinante, endemica della Sardegna settentrionale, E. Biondi

Astragalus terraccianoi, specie endemica della Sardegna nord-occidentale, E. Biondi

Codice CORINE Biotopes

33.1 - West Mediterranean clifftop phryganas

Codice EUNIS

F7.1 - Frigane del Mediterraneo occidentale

Regione biogeografica di appartenenza

Mediterranea

Descrizione generale dell’habitat

englishRare, extremely local and isolated, cushion-forming thermo-Mediterranean sclerophyllous
associations of clifftops and adjacent areas dispersed along the coasts, characterised by the
presence of Astragalus massiliensis or Anthyllis hermanniae, variously accompanied by Thymelaea
hirsuta
, Helichrysum italicum, Plantago subulatum, Armeria ruscinonensis.

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Vegetazione di gariga del Mediterraneo occidentale a cuscini (pulvinante), rara ed estremamente localizzata sulla sommità delle scogliere e delle zone rocciose adiacenti, in area termo-mediterranea caratterizzata in Italia da Astragalus terraccianoi (in precedenza inclusa in A. massiliensis ora riconosciuto solo per le falesie della Corsica meridionale) e altre specie a pulvino come l'endemica sarda Centaurea horrida, Thymelaea hirsuta, Helichrysum italicum ssp. microphyllum.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

Combinazione fisionomica di riferimento

Astragalus terraccianoi, Centaurea horrida, Thymelaea hirsuta, Helichrysum italicum ssp. microphyllum, Camphorosma monspeliaca, Limonium acutifolium, Limonium nymphaeum,Genista sardoa, Euphorbia pithyusa e Daucus gingidium.

Riferimento sintassonomico

L'habitat in Italia è riferibile all'associazione Centaureetum horridae Molinier & Molinier 1995, della quale sono state descritte 4 subassociazioni: centaureetosum horridae Biondi, Filigheddu & Farris 2001, limonietosum nymphaei Biondi, Filigheddu & Farris 2001, genistetosum sardoae  Biondi, Filigheddu & Farris 2001 e  camphorosmetosum monspeliacae Biondi, Filigheddu & Farris 2001. Alleanza Euphorbion pithyusae Biondi & Géhu 1994, ordine Helichrysetalia italici Biondi & Géhu in Géhu & Biondi 1994, classe Helichryso-Crucianelletea Géhu, Rivas-Martinez & Tuxen in Géhu 1975.

Dinamiche e contatti

L'associazione Centaureetum horridae cosituisce una gariga primaria e talora subprimaria per interventi antropici che hanno degradato il substrato roccioso con scomnparsa di buona parte del suolo. In natura il contatto su rocce calcaree avviene con gli elementi della serie del Chamaeropo humilis-Junipero turbinatae sigmetum comprendente: la macchia dell'associazione Pistacio-Chamaeropetum humilis Brullo & Marcenò1984, la gariga dello Stachydi glutinosae-Genistetum corsicae Gamisans & Muracciole 1984, la prateria emicriptofitica dell'associazione Anthyllido vulnerariae-Kundmannietum siculae Biondi, Filigheddu & Farris 2001 e più frequentemente con l'associazione terofitica Bupleuro fontanesii-Scorpiuretum muricati Biondi, Filigheddu & Farris 2001. Il contatto con la vegetazione che colonizza i substrati arenacei quarziferi viola avviene invece con le comunità della serie del Chamaeropo humilis-Junipero turbinatae arbutetosum unedonis sigmetum che comprende la macchia avanti indicata mentre la gariga di sostituzione della stessa è riferita all'associazione Rosmarino officinalis-Genistetum sardoae Valsecchi 1994 e la prateria terofitica dell'associazione Evaco pygmaeae-Bellietum bellidioidis Biondi, Filigheddu & Farris 2001. Il contatto con la vegetazione che colonizza gli scisti paleozoici comprende le associazioni della serie Euphorbio characiae-Junipero turbinatae sigmetum con la macchia dell'associazione  Euphorbio characiae-Juniperetum turbinatae Biondi, Filigheddu & Farris 2001 che per degradazione viene sostituita dalla gariga dell'associazione Euphorbio pithyusae-Helichrysetum microphylli Biondi 1992, alla quale si correlano comunità terofitiche molto importanti come il Catapodio marini-Evacetum rotundatae Géhu, Géhu-Franck & Biondi 1989 o il Senecioni leucanthemifolii-Nanantheetum perpusillae Biondi, Filigheddu & Farris 2001.

Verso mare il contatto avviene con le comunità alo-rupicole dell'associazione Crithmo maritimi-Limonietum nymphaei Biondi, Filigheddu & Farris 2001 sulle falesie calcaree, con le subass. seselietosum praecocis Biondi, Filigheddu & Farris 2001 e camphorosmetosum monspeliacae Biondi, Filigheddu & Farris 2001, mentre sulle falesie metamorfiche della penisola di Stintino e Isola dell'Asinara, analoghi contatti possono avvenire con l'associazione Crithmo-Limonietum acutifolii Molinier & Molinier 1955.

Specie alloctone

Mesembryanthemum acinaciformis (=Carpobrotus acinaciformis). Questa specie è fortemente invasiva e minaccia gravemente la sopravvivenza di alcune specie endemiche cosituenti l'habitat quali: Astragalus terraccianoi e Centaurea horrida.

Distribuzione dell’habitat in Italia

Sardegna

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

Si tratta di un habitat di estrema importanza per la biodiversità, localizzato e fortemente minacciato che andrebbe assolutamente considerato come prioritario e gestito con estrema attenzione (Biondi et al., 2001), specialmente per quanto riguarda le conseguenze del cambiamento d'uso in atto nelle aree costiere (Farris et al., 2009). Recenti indagini genetiche (Mameli et al., 2008), hanno evidenziato una notevole diversità tra le popolazioni della specie prioritaria Centaurea horrida Badarò viventi su substrato calcareo della penisola di Capo Caccia e quelle  su substrati granitici o metamorfici degli altri siti. La specie inoltre risulta minacciata, avendo perso in 50 anni il 18% dell'habitat (Pisanu et al., 2009). Queste informazioni rendono necessari piani di gestione sito-specifici.

Riferimenti Bibliografici

Corrias B., 1980. Le piante endemiche della Sardegna 72. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat. 19: 277.

Biondi E., 1998 (1999). Diversità fitocenotica degli ambienti costieri italiani. In: "Aspetti ecologici e naturalistici dei sistemi lagunari e costieri". Atti XIII Convegno del Gruppo per l'Ecologia di Base "G. Gadio", Venezia 25-27 maggio 1996. Suppl Boll. Museo Civ. Nat. di Venezia 49 (suppl.): 39-105.

Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia, 38 (2), Suppl. 2: 3-105.

Conti F., Abbate G., Alessandrini A. & Blasi C., (eds.), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora. Palombi Editori, Roma.

Farris E., Pisanu S., Ceccherelli G., Filigheddu R. 2008. Effects of the management regime on the performance of the endangered Mediterranean Centaurea horrida Badarò (Asteraceae). Journal for Nature Conservation: 17: 15-24. DOI: 10.1016/j.jnc.2008.10.002.

Mameli G., Filigheddu R., Binelli G., Meloni M. 2008. The genetic structure of the remnant populations of Centaurea horrida in Sardinia and associated islands. Annals of Botany 101: 633-640.

Pisanu S., Filigheddu R. Farris E. 2009. The conservation status of an endemic species of northern Sardinia: Centaurea horrida Badarò (Asteraceae). Plant Biosystems, 143. DOI 10.1080/11263500902722493.

Valsecchi F., 1994a. Sul complesso Astragalus tragacantha L. (Leguminosae) nel Mediterraneo. Webbia 49 (1): 31-41.

Riferimenti Bibliografici online

Nomi dei compilatori con e.mail

Emmanuele Farris (emfa@uniss.it), Edoardo Biondi (e.biondi@univpm.it), Rossella Filigheddu (filighed@uniss.it)