Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

22: Dune marittime delle coste mediterranee

2270*: Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster

englishWooded dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster

Un aspetto della duna di Feniglia rimboschita con pino domestico in cui si evidenziano le specie della macchia mediterranea che colonizzano il rimboschimento (Toscana), E. Biondi

Codice CORINE Biotopes

16.29 x 42.8

16.29 - Wooded dunes

42.8  - Mediterranean pine woods

Codice EUNIS

B1.7 - Boschi delle dune costiere

Regione biogeografica di appartenenza

Continentale e Mediterranea

Descrizione generale dell’habitat

english

Coastal dunes colonised by Mediterranean and Atlantic thermophilous pines, corresponding to the substitution facies or in some stations climax formations of evergreen oak of artificial origin (Quercetalia ilicis or Ceratonio-Rhamnetalia).

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Dune costiere colonizzate da specie di pino termofile mediterranee (Pinus halepensis, P. pinea, P. pinaster). Si tratta di formazioni raramente naturali, più spesso favorite dall’uomo o rimboschimenti. Occupano il settore dunale più interno e stabile del sistema dunale. L’habitat è distribuito sulle coste sabbiose del Mediterraneo in condizioni macrobioclimatiche principalmente termo e meso-mediterranee ed in misura minore, temperate nella variante sub-mediterranea. Le poche pinete ritenute naturali si rinvengono in Sardegna dove le formazioni a Pinus halepensis sono presenti nel Golfo di Porto Pino, a Porto Pineddu, nella parte sud-occidentale dell’isola, mentre quelle a P. pinea si rinvengono nella località di Portixeddu-Buggerru.

La maggior parte delle pinete, anche quelle di interesse storico, sono state quindi costruite dall’uomo in epoche diverse e talora hanno assunto un notevole valore ecosistemico. Si deve per contro rilevare che a volte alcune pinete di rimboschimento hanno invece provocato l’alterazione della duna, soprattutto quando sono state impiantate molto avanti nel sistema dunale occupando la posizione del Crucianellion (habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”) o quella delle formazioni a Juniperus dell’habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

Combinazione fisionomica di riferimento

Pinus pinea, P. pinaster, P. halepensis, Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea ssp. turbinata, Asparagus acutifolius, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Arbutus unedo, Rhamnus alaternus, Daphne gnidium, Osyris alba, Rubia peregrina, Smilax aspera, Clematis flammula, C. cirrhosa, Gennaria diphylla, Dianthus morisianus, Quercus calliprinos, Calicotome villosa.

Riferimento sintassonomico

L’habitat prioritario delle pinete su dune viene riferito principalmente all’ordine Pistacio-Rhamnetalia alterni Riv.-Mart. 1975 (classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1974) ed in dettaglio alle due alleanze Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. 1936 em. Rivas-martinez 1975 e Juniperion turbinatae Rivas-Martinez (1975) 1987.

Dinamiche e contatti

La presenza di pinete naturali lungo le coste italiane risulta estremamente rara e sembrano attualmente rinvenirsi solo nel settore sud-occidentale della Sardegna. La collocazione sindinamica di queste reliquie vegetazionali riveste quindi un particolare interesse.

A parte pochissime eccezioni dunque, le pinete costiere dunali sono il prodotto dell’attività di rimboschimento eseguita in varie epoche. La posizione nella quale tale attività si è espletata è principalmente quella dell’interduna, a livello del Crucianellion o dello sviluppo della vegetazione forestale data nel Mediterraneo da formazioni diverse a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e talvolta anche a Juniperus turbinata. Il collegamento sindinamico tra queste formazioni artificiali e la vegetazione naturale avviene quindi con la serie delle successioni psammofile verso il mare e con quelle forestali verso l’entroterra.

In Sardegna i contatti catenali dell'habitat si hanno con i boschi del Rusco aculeati-Quercetum calliprini e con le formazioni del Pistacio-Juniperetum macrocarpae (habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”). Secondariamente possono aversi contatti con l' Oleo-Juniperetum turbinatae (habitat 5210 “Matorral arborescenti di Juniperus spp.”) o con il Galio scabri-Quercetum suberis (habitat 9330 “Foreste di Quercus suber”).

In macrobioclima temperato, nell’arco Nord-Adriatico, i rimboschimenti sono stati eseguiti nella fascia con potenzialità extrazonali per il Quercion ilicis, il collegamento verso l’entroterra avviene con boschi di caducifoglie dell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae e verso il mare con le successioni psammofile di quest’area biogeografica. Tali successioni risultano però gravemente variate e ridotte dall’azione antropica oltre che da fattori di origine naturale come ad esempio l’erosione marina che in alcuni casi ha determinato l’asportazione totale del tratto di litorale sabbioso antistante la collocazione della pineta.

La cessazione del taglio degli arbusti all’interno della pineta e delle attività pastorali, in molte zone porta ad uno sviluppo notevole delle specie autoctone che impediscono la riproduzione dei pini e quindi l’avvio di un processo di sostituzione. Di queste condizioni di dinamismo e di potenzialità si dovrà ovviamente tener conto nella gestione delle pinete litoranee non autoctone.

Specie alloctone

Acacia cyanophylla, A. horrida, Eucalyptus camaldulensis, E. globulus, spesso impiantate nelle pinete di rimboschimento.

Distribuzione dell’habitat in Italia

Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna, Sicilia, Calabria

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

Probabile confusione con: 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici". La distinzione avviene sulla base del substrato che, in questo habitat prioritario, è caratterizzato da suolo sabbioso paleodunale con elementi arbustivi ed erbacei delle dune interne consolidate.

L’habitat “Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster” è sicuramente uno dei pù problematici per gli aspetti di tutela. Rimboschimenti con prevalenza di pino d’Aleppo e di pino domestico, si rinvengono praticamente lungo tutte le coste basse sabbiose della penisola italiana e su gran parte di quelle sarde. Si deve necessariamente riconoscere che in termini ecologici e di protezione degli habitat costieri questi tipi di vegetazione determinati dall’azione umana, non hanno sempre avuto un effetto positivo. Infatti spesso la realizzazione di questi ha accelerato i processi erosivi piuttosto che rallentarli. Pertanto si ritiene che la conservazione vada rivolta alle situazioni che si possono considerare autoctone e a quelle artificiali il cui impianto è stato effettuato prevalentemente nell’area di potenzialità per le formazioni forestali della classe Quercetalia ilicis. Vanno escluse invece le azioni di tutela per tutti quegli impianti che sono stati realizzati inopportunamente in posizione più avanzata a livello dei segmenti dunali con potenzialità per formazioni tipicamente psammofile.

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Corticelli S., Piccoli F., Merloni N., 1999 - Carta della vegetazione 1:25000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazione Pineta di Classe e Saline di Cervia. Regione Emillia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico.

Corticelli S., Piccoli F., Pellizzari M., Dell'Aquila L., 1999 - Carta della vegetazione 1:35000 del Parco Regionale del Delta del Po, Stazioni Centro Storico e Valli di Comacchio. Regione Emilia-Romagna, Servizio Cartografico e Geologico.

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Riferimenti Bibliografici online

Nomi dei compilatori con e.mail

Edoardo Biondi (e.biondi@univpm.it), Diana Galdenzi (d.galdenzi@univpm.it)