Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

64: Praterie umide seminaturali con piante erbacee alte

6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile

englishHydrophilous tall herb fringe communities of plains and of the montane to alpine levels

Megaforbieto (Adenostylion) - (Lagorai - TN) , Alberto Scariot

Comunità a Scirpus sylvaticus e Filipendula ulmaria, Comelico (BL), Cesare Lasen

Codice CORINE Biotopes

37.7 (Humid tall herb fringes)

37.8 (Subalpine and alpine tall herb communities)

Codice EUNIS

E5.4 (Megaforbieti mesofili e bordure di felci, su suolo umido), E5.5 (Comunità sub-alpine di felci ed alte erbe, su suolo umido)

Regione biogeografica di appartenenza

Alpina, Continentale, Mediterranea

Descrizione generale dell’habitat

english

37.7 - Wet and nitrophilous tall herb edge communities, along water courses and woodland borders belonging to the Glechometalia hederaceae and the Convolvuletalia sepium orders (Senecion fluviatilis, Aegopodion podagrariae, Convolvulion sepium, Filipendulion).

37.8 - Hygrophilous perennial tall herb communities of montane to alpine levels of the Betulo- Adenostyletea class.


    Frase diagnostica dell’habitat in Italia

    Comunità di alte erbe a foglie grandi (megaforbie) igrofile e nitrofile che si sviluppano, in prevalenza, al margine dei corsi d’acqua e di boschi igro-mesofili, distribuite dal piano basale a quello alpino.

    Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

    Possono essere distinti due sottotipi principali:

    comunità di megaforbie igro-nitrofile planiziali e collinari, più raramente montane (37.7);

    comunità di megaforbie igrofile dei piani da alto-montano ad alpino (37.8)

    In massima parte le comunità di Calthion R. Tx, 1937 em. Bal.-Tul. 1978 sono riconducibili ai due sottotipi.

    Combinazione fisionomica di riferimento

    Per il sottotipo planiziale-collinare (37.7): Glechoma hederacea, G. hirsuta, Epilobium hirsutum, Filipendula ulmaria, Petasites hybridus, Cirsium oleraceum, Chaerophyllum hirsutum, C. temulum,  C. aureum, Aegopodium podagraria, Alliaria petiolata, Geranium robertianum, Silene dioica, Lamium album, Lysimachia punctata, Lythrum salicaria, Crepis paludosa, Angelica sylvestris, Mentha longifolia, Eupatorium cannabinum, Scirpus sylvaticus, Senecio nemorensis agg., Calystegia sepium, Aconitum degenii, Cirsium palustre, Juncus conglomeratus. J. effusus, Lathyrus laevigatus, Lysimachia vulgaris, Phalaris arundinacea, Poa remota, Stemmacantha rhapontica, Thalictrum aquilegiifolium, T. lucidum, Arctium tomentosum, Symphytum officinale, Barbarea vulgaris, Eupatorium cannabinum, Myosoton aquaticum, Galium aparine, Ranunculus ficaria, R. repens, Arctium sp. pl., Lamium maculatum, Humulus lupulus, Solanum dulcamara, Aconitum variegatum, Peucedanum verticillare, Thalictrum flavum, Alliaria petiolata, Dipsacus pilosus, Viburnum opulus, Sambucus nigra, Rubus caesius, Heracleum sphondylium, C. lutetiana, Lapsana communis,

    Per il sottotipo montano-alpino (37.8): Aconitum lycoctonum (agg.), A. napellus (agg.), Geranium sylvaticum, Trollius europaeus, Adenostyles alliariae, Peucedanum ostruthium, Cicerbita alpina, Digitalis grandiflora, Calamagrostis arundinacea, Cirsium helenioides, Doronicum austriacum, Achillea macrophylla, Cirsium carniolicum, Eryngium alpinum*, Deschampsia caespitosa, Epilobium angustifolium, Rubus idaeus, Senecio cordatus, S. cacaliaster, Alchemilla sp., Crepis pyrenaica, Delphinium dubium, Pedicularis foliosa, P. hacquetii, Phyteuma ovatum, Poa hybrida, Cerinthe glabra, Geum rivale, Pleurospermum austriacum, Ranunculus platanifolius, Tozzia alpina, Athyrium distentifolium, Hugueninia tanacetifolia, Stellaria nemorum, Saxifraga rotundifolia, Athyrium filix-femina, Viola biflora, Veratrum album, Ranunculus aconitifolius, Circaea alpina,  Carduus personata, Festuca flavescens, Cirsium alsophilum, Chaerophyllum hirsutum susbp. elegans, Tephroseris balbisiana, Heracleum sphondylium subsp. elegans, Epilobium alpestre, Delphinium elatum subsp. helveticum, Cortusa matthioli, Betula pubescens, Poa hybrida, Stemmacantha rhapontica, Thalictrum aquilegiifolium,

    Riferimento sintassonomico

    Sottotipo 37.7: le formazioni riferite al sottotipo si inquadrano negli ordini Convolvuletalia sepium Tx. ex Mucina 1993 (Calystegetalia sepium) con le alleanze Convolvulion sepium Tx. ex Oberdorfer 1957 (Senecionion fluviatilis R. Tx. 1950), Petasition officinalis Sillinger 1933, Calthion Tx. 1937 e Bromo ramosi-Eupatorion cannabini O. Bolos e Masalles in O. Bolos 1983 e Galio aparines-Alliarietalia petiolatae Goers e Mueller 1969 (Glechometalia hederaceae) con le alleanze Aegopodion podagrariae R. Tx. 1967, Galio-Alliarion petiolatae Oberd. et Lohmeyer in Oberd. et ali 1967, Impatienti noli-tangere-Stachyon sylvaticae Goers ex Mucina in Mucina et ali 1993, Conio maculati-Sambucion ebuli (Bolos & Vigo ex Riv.-Mart. et ali 1991) Riv.-Mart. et ali 2002 (= Sambucion ebuli(classe Galio-Urticetea Passarge ex Kopecky 1969).

    Sottotipo 37.8: le formazioni riferite al sottotipo si inquadrano nelle alleanze Rumicion alpini Ruebel ex Klika et Hadac 1944 e Adenostylion alliariae  Br.-Bl. 1926  dell'ordine Adenostyletalia Br.-Bl. 1930   e Calamagrostion arundinaceae (Luquet 1926) Jenik 1961 dell'ordine Calamagrostietalia villosae Pavl. in Pavl. et al. 1928 (classe Mulgedio-Aconitetea Hadac et Klika in Klika 1948 (=Betulo-Adenostyletea Br.-Bl. et R. Tx. 1943).

    Le comunità della suballeanza Calthenion (R. Tx. 1937) Bal.-Tul. 1978, sono riconducibili, in massima parte, ad uno dei due sottotipi.


    Dinamiche e contatti

    La diversità di situazioni (sono coinvolte almeno tre classi di vegetazione in questo codice), rende difficili le generalizzazioni. In linea di massima questi consorzi igro-nitrofili possono derivare dall’abbandono di prati umidi falciati, ma costituiscono più spesso comunità naturali di orlo boschivo o, alle quote più elevate, estranee alla dinamica nemorale. Nel caso si sviluppino nell'ambito della potenzialità del bosco, secondo la quota, si collegano a stadi dinamici che conducono verso differenti formazioni forestali quali querco-carpineti, aceri-frassineti, alnete di ontano nero e bianco, abieteti, faggete, peccete, lariceti, arbusteti di ontano verde e saliceti.

    I contatti catenali sono molto numerosi e articolati e interessano canneti, magnocariceti, arbusteti e boschi paludosi, praterie mesofile da sfalcio. I megaforbieti subalpini sono spesso in mosaico, secondo la morfologia di dettaglio, con varie comunità erbacee ed arbustive.

    Specie alloctone

    Come segnalato dallo stesso manuale e sopra ricordato, gli ambienti ripariali e degli orli boschivi plano-collinari sono soggetti a invasione di neofite. Oltre a quelle già nominate ve ne sono molte altre (Reynoutria japonica, Amorpha fruticosa, Phytolacca americana, Helianthus tuberosus, Impatiens balfourii, I. balsamina, I. glandulifera, I. parviflora, Telekia speciosa, Rudbeckia sp., Bidens frondosa, Sicyos angulatus, Humulus japonicus, ecc.). Tra le specie arboree è particolarmente diffusa e spesso dominante la robinia, mentre anche il platano è competitivo in queste cenosi. Meno frequenti le entità alloctone nei consorzi a megaforbie delle fasce montane e subalpine.

    Distribuzione dell’habitat in Italia

    Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata

    ● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
    ● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
    ● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
    ● Dato nuovo
    ● Dato probabile

    Note

    I megaforbieti montano-subalpini, ancorchè spesso frammentari, non sono confondibili con altre comunità rientranti in natura 2000. Data la componente nitrofila, invece, si dovrà valutare se si tratta di situazioni apprezzabili a livello naturalistico o di semplici stadi di degradazione (alcune comunità di Rumicion alpini). Nel caso, frequente, di radure boschive di una certa dimensione, meritano di essere segnalate, anche quando, per motivi di scala, si tenderà a inglobarle negli habitat nemorali (9410 “Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)”, 9420 “Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra”, 9140 “Faggeti subalpini dell'Europa Centrale con Acer e Rumex arifolius”) o arbustivi (alneta di ontano verde, 4060 “Lande alpine e boreali“). Tra di essi spiccano comunità di rilevante valore fitogeografico, quali, ad esempio, quelle dell'endemica Sanguisorba dodecandra nelle Alpi Orobie.

    Gli orli boschivi rivieraschi planiziari e collinari non sono confondibili con altre cenosi, se non con stadi di degradazione, sempre più frequenti, caratterizzati da elevata partecipazione di neofite. Il limite maggiore è costituito dal fatto che spesso si tratta di formazioni ad andamento sublineare, difficili da isolare a livello di rilievo cartografico.

    In  stazioni montano-subalpine fresche e innevate (impluvi, conche) le alte erbe sono sostituite da consorzi erbacei in cui sono dominanti entità del genere Alchemilla, talvolta presenti come ordinario corredo dei megaforbieti. Nonostante la differenza strutturale, in relazione alle convergenze floristiche ed ecologiche, tali comunità possono essere associate a questo habitat.

    Le cenosi presenti in Appennino riferibili all'habitat 6430 nel sottotipo montano-subalpino (37.8) risultano rare e frammentarie e scarsi se non assenti sono i dati di letteratura a disposizione. Risulta quindi peculiare sia per la rarità che per l'aspetto biogeografico l'indicazione dell'habitat 6430 per l'Appennino centrale con l'associazione Ranunculo lanuginosi-Aconitetum neapolitani Allegrezza 2003 in collegamento dinamico con gli acereti dell'associazione Aceretum obtusati-pseudoplatani Biondi et al. 2002 dell'alleanza Tilio-Acerion.

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    Riferimenti Bibliografici online

    Nomi dei compilatori con e.mail

    Cesare Lasen,  cesarelasen@tele2.it