Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino

Introduzione e metodologia

Al fine di meglio comprendere i risultati ottenuti con la realizzazione del Manuale italiano d’interpretazione si ritiene opportuno evidenziarne gli obiettivi e riprendere gli aspetti più significativi della metodologia adottata.

Obiettivi

Con il Manuale si è cercato di realizzare uno strumento tecnico-scientifico di riferimento per l’Italia sia in ambito nazionale (confronti tra Regioni) che internazionale (rapporti con gli organismi tecnico-amministrativi dell’UE e con gli altri Stati membri).

Il Manuale intende quindi:

  1. fornire un’interpretazione la più possibile condivisa dai maggiori esperti nazionali e regionali dei singoli habitat, tenendo conto anche di quanto già realizzato autonomamente dalle singole Regioni;
  2. fornire uno strumento fondamentale per definire lo stato di conservazione e le azioni di gestione degli habitat.

Metodologia adottata

Fondamentale è stata la raccolta e l’analisi dei materiali e dei documenti ufficiali che rappresentano gli strumenti di base irrinunciabili, quali la banca dati Natura 2000 nella sua versione più aggiornata, il database relativo ai dati di monitoraggio di habitat e specie recentemente realizzato per ottemperare all’art 17 Direttiva 92/43/CEE, le ultime versioni delle Reference Lists delle tre Regioni Biogeografiche a cui appartiene l’Italia (Alpina, Continentale e Mediterranea) e il Manuale europeo versione EUR 27.

Contestualmente sono stati analizzati e selezionati i risultati ottenuti nell’ambito di altre convenzioni. Particolare attenzione è stata posta anche nella verifica dei risultati realizzati con i Progetti Life Natura e le convenzioni non direttamente curate dalla Società Botanica Italiana, come ad esempio quelle rivolte alle specie vegetali e habitat marini. Per tale attività è stato fondamentale il supporto della DPN del Ministero.

È stata inoltre realizzata una dettagliata ricognizione di tutti i lavori sulla flora e sulla vegetazione utili per la redazione del Manuale, tra cui, in particolare, i manuali già realizzati a livello regionale (Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio e Liguria) e i volumi della collana Quaderni Habitat realizzati dal Museo di Storia Naturale di Trento e dal Ministero.

Come era logico prevedere si è proceduto mediante la:

esempio di scheda

Per ogni habitat uno o più esperti nazionali o regionali hanno stilato la relativa scheda. Questi materiali sono stati sottoposti a verifica e validazione nazionale mediante l’attivazione di uno specifico sito web. A questa importante fase hanno partecipato oltre 130 botanici provenienti da tutte le Regioni d’Italia con oltre 800 segnalazioni, commenti, integrazioni. Questa lunga ed interessante fase di confronto ha ovviamente migliorato il prodotto ed in particolare reso il Manuale “condiviso” dalla comunità scientifica. In particolare hanno dato il loro contributo sia i ricercatori prevalentemente interessati agli elementi tassonomici e sintassonomici di base sia i ricercatori coinvolti nelle attività di ricognizione e censimento a scala regionale.

Considerazioni conclusive

Il presente Manuale ha permesso di accertare per l’Italia 132 habitat comunitari rispetto ai 133 riportati nella Banca Dati Natura 2000 del Ministero (Reference List aggiornata a settembre 2007). Tre habitat già indicati nella Banca Dati sono stati considerati non presenti nel nostro Paese (2190 “Depressioni umidi interdunari”, 8160* “Ghiaioni dell’Europa centrale” e 9280 “Boschi di Quercus frainetto”) mentre due habitat della Direttiva sono stati riconosciuti per il territorio italiano (2330 “Praterie aperte ad Agrostis e Corynephorus” e 95A0 “Pinete oromediterranee d’altitudine”).

Per quanto riguarda la segnalazione degli habitat a livello regionale, sono state confermate 1034 segnalazioni della Banca Dati del Ministero, mentre 202 sono nuove indicazioni ritenute certe per le Regioni indicate nelle schede, 46 sono da ritenersi di probabile presenza regionale e quindi da ricercare nei territori di pertinenza, mentre 47 segnalazioni sono da ritenersi errate e per tanto da escludere dalla Banca Dati.

Oltre a questi dati, vengono proposti quindici nuovi habitat, non considerati attualmente nell’Allegato I della Direttiva Habitat, che si ritengono importanti a livello Nazionale e per i quali si segnala al Ministero la necessità di proporre, all’Unione Europea, il loro inserimento.