Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

71: Torbiere acide di sfagni

7140: Torbiere di transizione e instabili

englishTransition mires and quaking bogs

Torbiera di Danta di Cadore (Val da Ciampo). In primo piano aspetti di Caricion lasiocarpae, Cesare Lasen

Codice CORINE Biotopes

54.5 - Transition mires (Scheuchzerietalia palustris: Caricion lasiocarpae, Rhynchosporion albae p. i.a)

Codice EUNIS

D2.3

D2.23 - Torbiere oligotrofiche appenniniche di substrati acidi

Regione biogeografica di appartenenza

Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea

Descrizione generale dell’habitat

englishPeat-forming communities developed at the surface of oligotrophic to mesotrophic waters, with characteristics intermediate between soligenous and ombrogenous types. They present a large and diverse range of plant communities. In large peaty systems, the most prominent communities are swaying swards, floating carpets or quaking mires formed by medium-sized or small sedges, associated with sphagnum or brown mosses. They are generally accompanied by aquatic and amphibious communities. In the Boreal region this habitat type includes minerotrophic fens that are not part of a larger mire complex, open swamps and small fens in the transition zone between water (lakes, ponds) and mineral soil.
These mires and bogs belong to the Scheuchzerietalia palustris order (oligotrophic floating carpets among others) and to the Caricetalia fuscae order (quaking communities). Oligotrophic water-land interfaces with Carex rostrata are included.

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Comunità vegetali che formano depositi torbosi e tappeti flottanti, in acque da oligotrofiche a mesotrofiche, nelle quali la componente ombrotrofica e quella minerotrofica (della falda) si mescolano poichè le superfici colonizzate sono prevalentemente piatte o ondulate, ricche di piccole depressioni, con un grado di umidità variabile. Sono presenti nei Piani Bioclimatici Supra-, Oro- e Crioro-Temperato. La vegetazione è rappresentata da densi popolamenti di sfagni e altre briofite, accompagnate da più o meno abbondante vegetazione delle alleanze Rynchosporion e Caricion lasiocarpae. L'habitat è distribuito prevalentemente sull'arco alpino; in Italia centro-meridionale e nelle isole gli aspetti riferibili a questo habitat sono rarissimi e spesso rappresentati da popolamenti di sfagni molto impoveriti dal punto di vista floristico.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

Combinazione fisionomica di riferimento

Tra le specie indicate nel Manuale EUR/27 possono essere menzionate: Eriophorum gracile, Carex chordorrhiza, C. lasiocarpa, C. diandra, C. rostrata, C. limosa, Scheuchzeria palustris, Hammarbya paludosa, #Liparis loeselii, Rhynchospora alba, R. fusca, Menyanthes trifoliata, Epilobium palustre, Pedicularis palustris, Comarum palustre (=Potentilla palustris), Sphagnum sp. (S. papillosum, S. angustifolium (= S. recurvum var. tenue), S. subsecundun, S. fimbriatum, S. riparium, S. cuspidatum, S. palustre, S. compactum), Calliergon giganteum, Drepanocladus revolvens (= Scorpidium revolvens), Scorpidium scorpioides, Campylium stellatum, Aneura pinguis
Possono essere aggiunte Drosera intermedia, D. rotundifolia, Lycopodiella inundata. Tra le più frequenti Carex nigra, Eriophorum angustifolium, E. vaginatum.
Pur osservando una certa sovrapposizione ecologica e sintassonomica con l’Habitat 7150 'Depressioni su substrati torbosi del Rhynchosporion', gli aspetti meglio conservati dell’Habitat 7140 si differenziano per la presenza di Scheuchzeria palustris, Lycopodiella inundata e specie del genere Sphagnum.

Riferimento sintassonomico

Le torbiere di transizione sono riconducibili all’alleanza Caricion lasiocarpae Vanden Berghen in Lebrun et al. 1949, inclusa nell’ordine Scheuchzerietalia palustris Nordhagen 1937 e nella classe Scheuchzerio-Caricetea fuscae R. Tüxen 1937. Diversi autori riferiscono a questo Habitat anche comunità dell’ordine Caricetalia fuscae Koch 1926 em. Br.-Bl. 1949 e dell’alleanza Caricion fuscae Koch 1926 em. Klika 1934 (= Caricion nigrae).

Per quanto riguarda le sfagnete dell’Italia centro-meridionale e della Sicilia, l’inquadramento sintassonomico è più incerto (vedi Note) in quanto si impoverisce il contingente di specie vascolari tipiche dell'ordine Scheuchzerietalia palustris mentre si incrementa quello dell'ordine Caricetalia fuscae, pur senza arricchirsi di entità endemiche. Sono state indicate le seguenti fitocenosi dell'alleanza Caricion fuscae: Caricetum echinatae Gargano et al. 2007, Sphagno nemorei-Caricetum nigrae Gerdol & Tomaselli 1993, Sphagno inundati-Caricetum stellulatae Brullo et al. 2001, Sphagno auriculati-Caricetum stellulati Brullo et al. 1999, Sphagno-Caricetum punctatae Schneider et Sutter 1982?,  Aggr. a Aulacomium palustre, Aggr. a Aulacomium palustre e Sphagnum subsecundum, Aggr. a Sphagnum flexuosum, Aggr. a Sphagnum contortum.

Dinamiche e contatti

In generale, la vegetazione riconducibile a questo Habitat è presente sotto forma di mosaico, all’interno del complesso delle torbiere alte riferibili all’Habitat 7110 ‘Torbiere alte attive’. Molto interessanti gli aspetti di aggallato a dominanza di sfagni con Scheuchzeria palustris. Nel mosaico vegetazionale possono talora formarsi delle piccole pozze con acque leggermente più profonde, caratterizzate dalla presenza di comunità riferibili all’alleanza Scorpidio-Utricularion minoris Pietsch 1965. 

Specie alloctone

Distribuzione dell’habitat in Italia

Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

I popolamenti residuali di sfagnete acidofile impoverite, al di fuori del proprio areale principale, rappresentati da poche specie e non riconducibili alla tipologia delle torbiere alte (7110) in quanto soggetti a fattori ecologici instabili (aridità, forte influenza della falda superficiale, influsso antropico), vanno riferiti a questo Habitat.  Essi hanno una rilevante importanza biogeografica nel contesto appenninico meridionale e meritano un appropriato riconoscimento.

In particolare, per quanto riguarda le sfagnete basse acidofile dell’Italia centrale e della Sicilia, esse rappresentano il limite meridionale di questi tipi di vegetazione medio-europei ed hanno un elevatissimo valore dal punto di vista biogeografico, ma allo stato attuale il Manuale EUR/27 non prevede alcun Habitat adeguato a rappresentarle. Si ritiene che esse possano essere riferite al presente Habitat, e per tale motivo viene inclusa anche la tipologia EUNIS D2.23 - Torbiere oligotrofiche appenniniche di substrati acidi. Il loro inquadramento sintassonomico è incerto poiché esse risultano piuttosto impoverite floristicamente; vengono riferite per la maggior parte all’ordine Caricetalia fuscae, oppure sono interpretate solo a livello di aggruppamento. Queste fitocenosi escono dalla tipologia delle sfagnete alte attive centroeuropee; esse non possono essere considerate ombrofile in senso stretto perché le condizioni ecologico-ambientali in cui si sviluppano vedono coinvolte non solo le acque meteoriche ma anche quelle di falda freatica e di ambiente fontinale; inoltre, per ragioni macroclimatiche, si raggiungono elevati livelli di stress idrico durate il periodo estivo. Infine, per ragioni biogeografiche, si verifica un forte impoverimento della composizione floristica caratteristica: infatti tali comunità vegetali sopravvivono come frammenti di piccolissime dimensioni, isolati e relitti, all’interno di vari sistemi di ambienti umidi quali piani carsici, paludi, laghi, ambienti fontinali, e non presentano un significativo numero di specie endemiche o vicarianti meridionali. Data l’importanza che acquisiscono, proprio perché vengono a trovarsi al di fuori del contesto biogeografico di appartenenza, esse contribuiscono alla comprensione della storia floristica e della biodiversità di queste aree e meritano particolare attenzione.

Riferimenti Bibliografici

AA.VV., 2008. Tutela e valorizzazione della flora e della fauna nella zone protette della Sila Grande. Rapporto tecnico. Luglio 2008. Puzzle Agency.
AITA L., MARTINI E., ORSINO F., 1979. Flora e vegetazione dei laghetti delle Agoraie e zone limitrofe (Appennino ligure orientale). - Lav. Soc. Ital. Biogeogr. n.s. 4 (1976): 163-230.
ANDRICH A., ANDRICH O., BRAGAZZA L., CASSOL M., CREPAZ A., DALL’ASTA A., DECET F., GERDOL R., GNECH R., LASEN C., TOFFOLET L., 2001. Studio di 15 biotopi in area dolomitica. ARPAV, Duck Edizioni. 104 pag.
BARBERIS G., MARIOTTI M., 1981. Ricerche geobotaniche sulle zone umide del Gruppo di Voltri (Appennino ligure-piemontese) - Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 57: 50-91.
BRACCO F., GENTILI A., MINELLI A., SOLARI M., STOCH F., VENANZONI R., 2004. Le torbiere montane. Relitti di biodiversità in acque acide. Quaderni Habitat, 9. Min. Ambiente e Tutela del Territorio, Museo Friulano di Storia Naturale, Comune di Udine. 156 pp.
BRULLO S., SCELSI F., SPAMPINATO G., 2001. La vegetazione dell'Aspromonte. Studio fitosociologico. Laruffa Editore. Reggio Calabria.
BRULLO S., SPAMPINATO G., 1999. Società Italiana di Fitosociologia. Escursione sociale in Aspromonte (28 maggio-2 giugno 1999). Guida Itinerario. Edimedia, Reggio Calabria: 86 pp.
DEL PRETE C., TOMASELLI M., 1982. Note sulla flora e vegetazione della torbiera "I Paduli" presso Fociomboli (Alpi Apuane). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. B, 88 (1981): 343-358.
FOGGI B., GENNAI M., GERVASONI D., FERRETTI G., ROSI C., VICIANI D., VENTURI E., 2007. La carta della vegetazione del SIC Alta Valle del Sestaione (Pistoia, Toscana Nord-Occidentale). Parlatorea, 9: 41-78.
GARGANO D., PASSALACQUA N.G., BERNARDO L., 2007. Bogs and mires in the Mediterranean areas: the vegetation of the marshlands of the Lacina Plain (Calabria, S.Italy). Phyton (Horn, Austria), 47:161-189.
GERDOL R., 1994 - The vegetation of wetlands in the Southern Carnian Alps (Italy). Gortania 15 (1993): 67-107.
GERDOL R., TOMASELLI M., 1993. The vegetation of wetlands in the northern Apennines (Italy). Phytocoenologia, 21(4): 421-469.
GERDOL R., TOMASELLI M., 1997. Vegetation of wetlands in the Dolomites. Diss. Bot., 281. Cramer, Lehre.
KIEM J., 1991. Flora und Vegetation einiger Feuchtgebiete des Rittens und seiner Umbgebung. Ber. Bayer. Bot. Ges., 62: 165-180.
LAMBERTI D., RAFFAELLI M., FIORINI G., 1994. Il Lago di Sibolla in Toscana. Stato attuale del biotopo e indagine sulla sfagneta. Inform. Bot. Ital., 25 (2-3): 177-188.
LASEN C., ARGENTI C., 1996. Due notevoli torbiere del Bellunese: Prà Torond e Sochieva. Ann. Mus. Civ. Rovereto, vol. 11 (1995): 257-290.
MARIOTTI M.G., s.d (2008). Atlante degli habitat. Natura 2000 in Liguria - 592 pp.+ 1DVD, Regione Liguria, A.R.P.A.L.
PEDROTTI F., 1978. La végétation de la tourbiere du Vedes (Trento). Coll. Phytosoc., 7: 231-250.
PEDROTTI F., 1984. Il Caricetum lasiocarpae Koch 1926 del Lago Pudro in Trentino. Delpinoa, n.s., 23-24: 293-305.
PEDROTTI F., 1985. Die Vegetation des Palu Redont (Trentino). Tuexenia, 5: 211-215.
PEDROTTI F., CHEMINI G., 1981. La vegetazione del Laghestel di Piné (Trento). St. Trent. Sc. Nat. Acta Biol., 58: 425-462.
PETRONICI C., MAZZOLA P., RAIMONDO F.M., 1978. Nota introduttiva agli ambienti idromorfi delle Madonie. Natural. Sicil., S. 4, 2 (1-2): 11-24.
Poldini L., Oriolo G., Vidali M., Tomasella M., Stoch F. & Orel G., 2006. Manuale degli habitat del Friuli Venezia Giulia. Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e di incidenza ecologica (VIEc). Region. autonoma Friuli Venezia Giulia – Direz. centrale ambiente e lavori pubblici – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, Univ. Studi Trieste – Dipart. Biologia.
RAFFAELLI M., 1976. Gli sfagni tosco-emiliani. Webbia, 30 (1): 159-175.
RAIMONDO F.M., DIA M.G., 1978. Note briologeografiche. 1. Il Genere Sphagnum in Sicilia. Natural. Sicil., S. 4, 2 (3-4): 11-24.
RAIMONDO F.M., SCIALABBA A., Dia M.G., 1980. Note sulla distribuzione in Italia e sull’ecologia di Aulacomnium palustre (Hedw.). Schwaegr. con particolare rif. alle stazioni siciliane. Natural. Sicil. S. 4, 4 (3/4): 79-99.
RAPETTI F., TOMEI P.E., VITTORINI S., 1986. Aspetti climatici del Lago di Massaciuccoli in rapporto alla presenza di entità vegetali di rilevanza fitogeografica. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Ser. A, 93: 221-223.
TOMEI P.E., 1985. La flora e la vegetazione del laghetto di Sibolla. Studi ed interventi sperimentali per la conservazione del laghetto di Sibolla. Min. Agric. Foreste, Pisa, 149-177.
TOMEI P.E., GARBARI F., 1978. Sfagnete di San Lorenzo a Vaccoli. In: Censimento dei Biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia. Camerino, Savini Mercuri (scheda 5.31 Palù Longa e Palù Tremole).
TOMEI P.E., GARBARI F., 1982. Considerazioni introduttive sulla flora e sulla vegetazione delle paludi di Massaciuccoli e di Porta (indagini sulle zone umide della Toscana). Atti Soc. Tosc.. Nat. Mem. Ser. B., 88 (1981): 301-309.
TOMEI P.E., GUAZZI E., KUGLER P.C., 2001. Le zone umide della Toscana: indagine sulle componenti floristiche e vegetazionali.  Ed. Reg. Toscana.
TOMEI P.E., MARACCI P., 1987. Sulla presenza di Rhynchospora alba (L.) Vahl nelle paludi di Massaciuccoli (Toscana settentrionale). III. Cons. Idraul. II Cat. Can. Nav. Burlamacca, Malfante, Venti e Quindici. Pisa, 53-57.
TOMEI P.E., MARIOTTI L., 1978. Studi sulla flora e vegetazione del Monte Pisano (Toscana nord-occidentale) IV. Note preliminari sulle sfagnete di S. Lorenzo a Vaccoli. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat. Mem. Ser. B., 85: 261-267.
WÜRZ A., 1992. Die Vegetation der Moore Südtirols. Kölner Geogr. Arbeit., 56: 1-97.

Riferimenti Bibliografici online

www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere1.pdf
www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere2.pdf
www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere3.pdf

http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm

Nomi dei compilatori con e.mail

Roberto Venanzoni - rvenanzo@unipg.it